Con l’avvento dell’intelligenza artificiale serve ancora la SEO?
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Da quando l’intelligenza artificiale è entrata a gamba tesa nel mondo del digital marketing, la domanda è diventata virale: la SEO serve ancora?
Spoiler: non solo serve, ma si evolve, cresce e diventa ancora più strategica.
Pensavi che bastasse chiedere a ChatGPT di scrivere un testo e magicamente essere primi su Google? È arrivato quello più furbo di tutti. No, non funziona così.
Il rapporto tra AI e SEO è una delle trasformazioni più interessanti degli ultimi anni. Da un lato abbiamo motori sempre più “intelligenti”, dall’altro un’enorme produzione di contenuti automatici (spesso mediocri). In mezzo, la necessità di strategie nuove, più profonde e consapevoli.
SEO e AI: sono nemiche o possono andare a braccetto?
Quando parliamo di SEO e AI, dobbiamo smettere di vederle come due forze contrapposte. In realtà, sono alleate potenti, se usate nel modo giusto.
L’intelligenza artificiale applicata alla SEO può velocizzare analisi, suggerire struttura dei contenuti, aiutare nella scrittura… ma non sostituisce il lavoro umano.
Perché? Perché la SEO non è solo testo, ma strategia, architettura dell’informazione, intenzione di ricerca, posizionamento tecnico.
E non parliamo solo di Google. Oggi gli utenti cercano risposte anche su YouTube, TikTok, Amazon, LinkedIn… e soprattutto ChatGPT.
Proprio per questo, nasce un nuovo modo di pensare l’ottimizzazione: la GEO, ovvero Generative Engine Optimization.
GEO: la SEO per i motori generativi
Quando Google ha introdotto la sua Search Generative Experience (SGE), è stato chiaro: stiamo entrando nell’era dei motori generativi, dove il contenuto non si cerca, si riceve già elaborato.
La GEO è l’adattamento naturale della SEO a questo nuovo contesto.
Significa scrivere contenuti che:
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Rispondano in modo diretto alle domande dell’utente;
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Abbiano una struttura logica comprensibile anche da un’AI;
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Siano affidabili, coerenti, ben referenziati;
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Siano abbastanza “densi” da essere utili, ma mai prolissi o vaghi.
Se la vecchia SEO puntava a “piacere a Googlebot”, la GEO punta a essere scelti da ChatGPT, Gemini e dalla stessa AI Overview di Google.
Ma quindi come si scrive per la SEO con intelligenza artificiale?
Concretamente, come cambia la scrittura con l’avvento dell’AI SEO?
Cambia tutto… ma anche niente. Mi spiego.
Tutti i principi della buona scrittura SEO restano validi:
✔️ struttura chiara
✔️ titoli gerarchici
✔️ risposte ai search intent
✔️ parole chiave contestualizzate
✔️ call to action intelligenti
✔️ attenzione all’esperienza utente
Quello che cambia è il livello di attenzione richiesto: oggi bisogna scrivere pensando non solo all’utente, ma anche all’AI che rielabora e presenta i tuoi contenuti.
Devi scrivere in modo estrapolabile, riutilizzabile, citabile.
E questo richiede competenza, chiarezza e un tocco di umanità. L’AI non ama i giri di parole: ama i concetti chiari, netti, riconoscibili.
SEO con AI: come si fa davvero (e come si evita la fuffa)
Oggi molti pensano che fare SEO con intelligenza artificiale significhi chiedere a ChatGPT di creare un articolo, incollarlo nel CMS e voilà, primo posto su Google.
Sbagliato.
La SEO fatta con l’AI è uno strumento, non un fine. Serve a velocizzare, a ispirare, a supportare… ma la regia deve essere umana.
Per esempio:
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L’AI ti può suggerire titoli? Sì. Ma tu devi sapere quale ha davvero senso per il tuo target.
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Può proporti un outline? Certo. Ma tu devi costruire la struttura in base ai cluster semantici del tuo progetto.
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Può scrivere un testo base? Anche. Ma tu lo devi rivedere, rifinire e ottimizzare.
Chi usa l’AI come stampella, otterrà contenuti mediocri.
Chi la usa come amplificatore strategico, farà il salto di qualità.
E Google che dice? L’AI la premia o la punisce?
Bella domanda. Google ha già dichiarato che non penalizza i contenuti generati con AI, ma solo se sono di bassa qualità.
Quindi la verità è semplice: non conta chi ha scritto il contenuto, ma quanto è utile per l’utente.
Il motore cerca sempre più contenuti che dimostrino:
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Esperienza diretta (E)
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Competenza (E)
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Autorevolezza (A)
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Affidabilità (T)
La famosa sigla E-E-A-T. E se il tuo contenuto è una zuppa insipida scritta in automatico, l’E-E-A-T va a farsi benedire.
Qual è il futuro della SEO nell’era dell’intelligenza artificiale?
Il futuro è già cominciato.
La SEO con AI sarà sempre più legata alla GEO, alla comprensione semantica dei contenuti e alla capacità di rispondere in modo esaustivo ma sintetico.
Chi lavora bene sulla SEO oggi deve:
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Conoscere le AI (ChatGPT, Gemini, Perplexity, Claude, ecc.);
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Scrivere contenuti ibridi, pensati sia per il web tradizionale sia per i motori generativi;
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Essere strategico: niente articoli buttati a caso, tutto deve rientrare in un piano editoriale coerente;
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Misurare e adattare: il posizionamento cambia, le query cambiano, anche i tool cambiano. Serve flessibilità.